In un luogo e in un tempo questo mondo e l’ora presente in cui la guerra è ancora sovrana e il sangue sempre scorre mi si insegna che il dialogo mai è atto ora dovuto. Ma a chiamarsi fuori non vi è guadagno. D’altronde siamo tutti dentro, l’accaduto, e incollato il deretano al solo scanno a me votato, quello ingrato: della vittima, della donna, della molestata, dell’aggredita, dell’ignorata , apprestato nell’isolamento, quello stesso mi concede, almeno lui, di vedere già le ombre di un agire creduto acconcio. tratto da La violenza dentro | Lettere a Dafne Metilde S | vedi libro |